Il presidente del Crotone, Gianni Vrenna, ha parlato oggi in conferenza stampa per fare un bilancio della stagione, conclusa con la retrocessione dei pitagorici in Serie C. Queste le sue parole: “Sono qui per esprimere la mia amarezza di una stagione iniziata male e finita peggio. Il responsabile di questa annata sono io, mi prendo le mie responsabilità e ritengo che questa squadra non era inferiore rispetto a quelle di bassa classifica, c’è il rammarico quest’anno di non aver potuto quanto meno portare questa squadra alla salvezza”. - riporta ilrossoblu.it.
“L’entusiasmo per un po’ mi era passato, sono qui per partire più forte di prima e riorganizzare questa società. È finita l’era Ursino, e si riparte con la speranza e non faccio più promesse perché è il campo che deciderà. Non ci è girata bene. Ieri è accaduto un episodio spiacevole ma non è detto che siano i tifosi del Crotone. La violenza non fa parte del nostro stile, e quando mi riferivo ad abbassare i toni mi riferivo a questo. Ci sta la contestazione a me ma non la violenza”.
Su Ursino: "Sarà Ursino in una conferenza stampa a salutare la città e a dettare le motivazioni della conclusione di un’era. Lui aveva capito che dopo ventisette anni la sua guida al Crotone era terminata. Ha espresso questa volontà ma parlerà lui, ventisette anni non si possono cancellare in un giorno. La stima e l’affetto non cambieranno.”
Sul futuro: “Settimana prossima conosceremo un po’ l’organigramma della nuova struttura. Con mio figlio mi vedrò prossimi giorni e mi darà una mano. La promessa è il solito impegno. L’entusiasmo anche. Il messaggio ai tifosi è che sono aperto al dialogo e al ragionamento. Ho visto pochi tifosi ad inizio stagione. Spero che anche loro possano ricreare l’entusiasmo. Il dodicesimo uomo in campo è mancato. In questa stagione è stato sbagliato tutto. Non siamo stati mai così in basso e a volte è stato tutto umiliante”.
"È bello salire sul carro dei vincitori, ma quest’anno ci è mancata quell’unione, sopratutto i tifosi. In questa squadra non è mancato il gruppo ma il tifo, che dava lo stimolo ai calciatori. Quando hai calciatori importanti dovresti ripartire da una base, la doppia retrocessione fa male a tutti. Sia sotto l’aspetto morale che economico“.
Sui calciatori che rimarranno: “Proveremo a convincerli a far capire il progetto del Crotone, poi dipende da loro e molto spesso dai procuratori”.
In questa stagione, in molti si sono chiesti perchè abbia continuato con la guida tecnica fino al termine della stagione, culminata con l’amara retrocessione: “Ognuno è responsabile delle sue azioni, in un certo qual modo il responsabile sono io, nel momento in cui ho visto che stavamo nel baratro avevo poche speranze e ho preferito riflettere e ho aspettato finisse il campionato per parlare, non ho condiviso diverse scelte ed qualcuno che non ha avuto il coraggio di prendersi le responsabilità ma me le prendo io. Si ricostruisce con il dialogo, e con incontri chiarificatori, io non ho nulla da rimproverarmi. Capisco bene l’amarezza ma c’è stato forse un disamore dall’inizio. Proveremo a ricostruire quella squadra e quel gruppo con i tifosi per poter riportare la gente allo stadio. Costruiremo dei progetti per le scuole per avvicinarle al Crotone Calcio”.
Ha ripercorso la stagione: “E’ iniziata male, poi c’è stato un esonero. Avevamo scelto Pasquale Marino, dopo ci è girata male. Con Modesto e la vittoria sul Pordenone in casa abbiamo pensato diversamente. Pensavamo di vincerne altre in casa, ma così non è stato. Delle volte determinati episodi in un certo qual modo ci hanno frenato. Non arrivare quart’ultimi è stato vergognoso. Le prestazioni ci hanno tratto in inganno, mandandoci fuori strada. Ho ricevuto tante telefonate da gente del calcio e mai immaginavano che con questa rosa potessero arrivare questi risultati. Devo ricostruire questa società dalla base e dalla struttura interna. Siamo a lavoro da qualche settimana e una volta ricostruita la struttura si riparte da allenatore, staff e tutto. Quindi avremo un nuovo allenatore“.
Poi una scelta sfortunata quella di chiudersi nella comunicazione con la città, che non ha portato a niente, e ha detto così: “Nella chiusura nella comunicazione abbiamo sbagliato, e abbiamo sbagliato nell’approccio, mi prendo le mie responsabilità ma non è dipeso dalla mia persona. Ma sono qui per prendermi io le responsabilità“. Sui giocatori non utilizzati, e sulle cessioni nel calciomercato invernale: “Siete intelligenti per capire da soli. Avevamo calciatori arrivati da categorie superiori, e la rosa non era da retrocessione”.
Vrenna conclude: “Adesso c’è un campionato di Serie C da affrontare, con diverse squadre agguerrite. Ci aspetteranno col coltello in mezzo ai denti”.
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