Quattro partite, quattro vittorie, nessun gol subito. Numeri semplici ma pesanti, che raccontano meglio di ogni altra cosa l’impatto di Alfio Torrisi sulla Reggina. Con una striscia di successi costruita contro Enna (0-1), Gela (1-0), Paternò (0-2) e Milazzo (2-0), la squadra amaranto ha “messo la quarta”, cambiando passo e soprattutto volto.

Al di là dei risultati, il merito principale del lavoro di Torrisi è stato quello di intervenire su un contesto fragile. La Reggina arrivava da un periodo complicato: ambiente depresso, squadra scarica mentalmente, tensioni evidenti tra tribuna e curva e uno spogliatoio che appariva contratto e diviso. In una situazione del genere, il rischio più grande non era tanto perdere punti, quanto perdere definitivamente identità e fiducia.

Torrisi ha lavorato prima sull’aspetto umano e mentale. Senza proclami e senza rivoluzioni appariscenti, ha ricompattato il gruppo, ridando centralità al concetto di squadra. La Reggina tornata in campo nelle ultime quattro gare è stata soprattutto una formazione ordinata, attenta, capace di soffrire quando necessario e di colpire nei momenti giusti. I quattro successi di misura o comunque senza sbavature difensive sono la fotografia di una squadra che ha ritrovato equilibrio.

La vittoria di Enna ha rappresentato il primo segnale: una partita affrontata con pragmatismo, vinta con intelligenza. Contro il Gela, al “Granillo”, è arrivata la conferma, in una gara che aveva un peso specifico importante anche sul piano emotivo. Il successo esterno di Paternò ha dato ulteriore solidità al percorso, dimostrando continuità e maturità. Infine, il 2-0 sul Milazzo ha suggellato il momento positivo, certificando una Reggina più sicura, più convinta, più unita.

Il dato forse più significativo è quello difensivo: zero gol subiti in quattro partite. Non è solo una questione di reparto arretrato, ma di atteggiamento collettivo. La squadra difende insieme, si muove con maggiore compattezza e sembra aver ritrovato fiducia reciproca, elemento che mancava nei momenti più difficili della stagione.

In un calcio dove spesso si cercano spiegazioni complesse, il lavoro di Alfio Torrisi dimostra come, in certi contesti, la vera svolta passi dalla gestione dell’uomo prima ancora che del calciatore. Aver riunito uno spogliatoio che sembrava spaccato e aver riportato serenità in un ambiente teso è stato il primo, fondamentale passo. I risultati, oggi, stanno dando ragione a questa scelta.

La Reggina non ha risolto tutto, ma ha ritrovato sé stessa. E in questo, il contributo di Torrisi è stato determinante.

Sezione: Primo Piano / Data: Mar 16 dicembre 2025 alle 11:00 / Fonte: a cura di Stefano Muscatello
Autore: Redazione TCC
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